ASCOLTO COME EDUCAZIONE ALL’EMPATIA, ASCOLTO AI BISOGNI DELL’ALTRO.

Il giorno 27 Novembre, ho partecipato come relatrice a un incontro tenuto con duecento ragazzi dei Licei e Istituti Superiori nella Sala Maestra del Comune di Ariccia, nell’ambito delle iniziative del “Mese tutto Rosa”, per la Sensibilizzazione e il contrasto alla Violenza sulle donne, promosso da Roberta D’Amore, avvocato e autrice del libro “Senza di te io non esisterei”, in collaborazione con il sindaco e l’assessore. Mi era stato chiesto di parlare di “ASCOLTO COME EDUCAZIONE ALL’EMPATIA, ASCOLTO AI BISOGNI DELL’ALTRO”.

        Trovandomi davanti a dei ragazzi in piena fase adolescenziale ho preparato una relazione che potesse suscitare la loro attenzione e coinvolgerli da vicino. Ho iniziato parlando di come le relazioni sociali siano fondamentali nella nostra vita, al punto che consapevoli o meno, la nostra stessa identità spesso dipende anche dall’opinione che gli altri hanno di noi.

Innanzitutto sin dalla nascita, la nostra vita è strettamente legata alla relazione con i nostri genitori, alle loro cure e al loro amore. I nostri genitori rivolgono verso di noi tanta attenzione e ASCOLTO. Soprattutto quando siamo piccoli e incapaci di esprimerci verbalmente, i genitori cercano attraverso lo sviluppo della sensibilità e dell’EMPATIA, di interpretare ogni gesto e ogni nostra reazione.

Crescendo cominciamo a scoprire il mondo con i nostri occhi e a fare le nostre esperienze. Non è sempre facile farsi strada e affermarsi a scuola, nel gruppo, nella società, nel posto di lavoro e tuttavia la vita sociale influenza molto il nostro umore e la formazione del nostro carattere.

Per essere vincenti nell’affrontare il mondo, dobbiamo prima trovare forza e sicurezza dentro di noi, imparando ad ascoltarci. Dobbiamo conoscere bene chi siamo, senza che la nostra autostima dipenda dall’opinione o dal parere del nostro partner o degli altri. Dobbiamo quindi imparare a soddisfare i nostri bisogni interiori, riuscendo a scoprire i nostri talenti e le nostre virtù, per metterli al servizio degli altri. Questo porterà fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità.

Come WFWP e UPF stiamo proponendo da tempo un programma Formativo, Educativo per i giovani: “EDUCAZIONE DEL CARATTERE” che è già stato accolto in molte scuole in Italia e in tante altre nazioni, per aiutare i giovani a riconoscere il proprio carattere ed a gestire le proprie emozioni in modo costruttivo. Di recente abbiamo inziato un’altro progetto formativo rivolto a studenti e insegnanti: “PORTATORI DI UNICITA’”, Individua il Talento, Sviluppa la Solidarietà, con Virginia Vandini e l’Associazione il Valore del Femminile. Il progetto affronta temi come: Libertà, Responsabilità, Amore, Ascolto, Rispetto, Accoglienza. Rafforzando la nostra personalità, possiamo imparare a gestire le situazioni e le difficoltà che incontriamo, evitando di diventarne vittime e a riconoscere i segnali di pericolo, per fermarci in tempo.

L’intento di affermarsi sugli altri e a scapito degli altri non è mai un comportamento veramente vincente e non dà mai un appagamento o una soddisfazione durevoli. In particolare nella relazione di coppia saper ascoltare se stessi e il partner è di fondamentale importanza. La relazione tra i due sarà sana e costruttiva se i partner non cercheranno di dominarsi l’un l’altro, ma piuttosto di comprendersi e sostenersi, accettando le diversità come arricchimento reciproco.   

Il periodo dell’adolescenza quindi è un momento molto importante per la formazione della personalità e la cosa più preziosa che si può sviluppare in questo periodo è la capacità di creare relazioni di amicizia profonda con i propri compagni. Questa esperienza sarà preziosa per costruire in futuro un’armoniosa relazione di coppia.

Il Vero amore è il reciproco impegno per il bene e per la gioia dell’altro e l’empatia è una capacità molto utile e importante per imparare a capire i bisogni del prossimo e per saperli soddisfare. Solo così si può realizzare un legame profondo, soddisfacente e costruttivo per entrambe le parti.

Questa è l’essenza del messaggio che ho cercato di trasmettere, con qualche preoccupazione verso la fine, nel timore che non tutti l’avessero compreso pienamente. Sono seguiti altri relatori tra cui i rappresentanti delle Forze dell’ordine e un Magistrato, che hanno informato quali fossero i mezzi di prevenzione alla Violenza sulle Donne. Si è aperto un interessante dibattito con gli studenti che hanno rivolto domande molto pertinenti. L’intervento che ha destato grande attenzione è stato quello di un ragazzo che ha chiesto: “ Ma se ho capito bene, le misure di contrasto a cui voi vi riferite, sono il divieto di avvicinarsi fino a una certa distanza dalla vittima che ha denunciato l’abuso! Ma a un individuo, che non si può più considerare un vero uomo, se arriva a comportarsi in quel modo, cosa volete che gli interessi il divieto di avvicinarsi imposto dai Carabinieri? Infatti, ciononostante la cronaca continua a registrare questo genere di fatti criminosi. Io credo che l’unica prevenzione sia come dice Elisabetta (riferendosi a me), quella di imparare ad Amare. Amare veramente noi stessi, per poi saper Amare il prossimo. Questa è l’unica vera prevenzione sulla quale si dovrebbe investire, perché tutto comincia da quando siamo giovani. E’ a questa età che dobbiamo imparare ad amare e rispettare gli altri, nel vero senso della parola. Per questo la scuola e le istituzioni dovrebbero favorire questo tipo di iniziative, per le quali tutti ci dovremmo impegnare, perché quando saremo adulti, sarà più difficile correggere certi comportamenti”. Con grande sorpresa tutti i ragazzi, gli insegnanti e le forze dell’ordine si sono alzati in piedi ed hanno applaudito l’intervento del ragazzo e hanno espresso parole di apprezzamento e di approvazione. Questo mi ha dato tanta speranza e fiducia nei giovani che nonostante la confusione di valori di questo tempo, sanno ancora riconoscere ciò che è veramente importante.

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