INCONTRI DI PACE “Interdipendenza e Prosperità Condivisa: Crisi ed Opportunità per una Economia Equa e Sostenibile” con UPF Italia

Il 4° webinar della serie “INCONTRI DI PACE” organizzato da UPF Italia con la collaborazione di WFWP Italia e IAED, è stato seguito con interesse da 200 partecipanti in diretta più altri partecipanti su diretta streaming sulla pagina facebook UPF Italia e sul canale “ECO dei PALAZZI” che trasmette all’interno degli ambienti istituzionali di Camera e Senato. Nel primo giorno di inserimento della registrazione su pagina facebook UPF Italia sono state raggiunte 500 visualizzazioni. Il tema conduttore dell’incontro è stato “Interdipendenza e Prosperità Condivisa: Crisi ed Opportunità per una Economia Equa e Sostenibile”.

Hanno partecipato in qualità di relatori: Dr. Marco Ricceri (Segretario Generale EURISPES) – D.ssa Elisabetta Palmisano (Responsabile Uff. Stampa e Rapporti Istituzionali TECNOPOLO) – D.ssa Emanuela Reale (Direttore IRCRES- CNR Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica/Sostenibile) Prof. Stefano Bartolini (Docente Economia Politica ed Economia Sociale Università di Siena).  

L’incontro è stato presentato da Gabriella Mieli con il saluto ed introduzione al tema di Elisabetta Nistri, presidente di WFWP come co-sponsor; Carlo Zonato presidente UPF Italia ha moderato l’incontro ed ha spiegato il significato e lo scopo della IAEP; Franco Ravaglioli Segr. Gen.le UPF Italia ha introdotto le domande ai relatori mentre l’aspetto tecnico e di regia è stato condotto da Giorgio Gasperoni direttore responsabile di Voci di Pace.

Alcuni passaggi significativi degli interventi:

Elisabetta Nistri: Come mai delle organizzazioni impegnate per la pace parlano di ECONOMIA? Perché il sistema economico è una base fondamentale per il benessere degli individui, delle famiglie e della società. Quando ci sono ingiustizie, o quando il sistema economico è malato, c’è mancanza di posti di lavoro o i lavori sono mal retribuiti, è difficile parlare di pace o solo pensare che ci sia pace, anche se il paese ufficialmente non è in guerra con nessuno. Già prima dell’emergenza COVID 19, la situazione nel mondo non era ideale, infatti alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, includono l’argomento dell’Economia, come l’obiettivo 8 

Obiettivo 8: LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti, e 

Obiettivo 9: IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE. Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

La dott.ssa Moon nel suo impegno per la pace nel 2019 ha dato il premio Sun Hak Peace Price al dott. AKINOWUMI AYODEJI DESINA, scelto dalla giuria di esperti per il suo impegno a risolvere il problema della fame e della malnutrizione in Africa. Nato in Nigeria si sposta in USA per gli studi e dopo aver conseguito il dottorato il Dottor Desina è tornato al suo paese in Nigeria per insegnare e promuovere con grande successo, un sistema agricolo innovativo per risolvere il problema della fame che porta alla morte ancora milioni di persone nel mondo.

L’economia è Donna, un’espressione spesso da noi usata per intendere che in genere la gestione familiare delle finanze è gestita dalle donne, anche se per assurdo sono poi quelle più penalizzate e che hanno subito licenziamenti maggiori rispetto agli uomini, purtroppo.

L’economia è Donna che come una madre saggia cerca di gestire in modo equo le risorse pensando alle esigenze di tutti i figli, senza fare distinzioni o privilegi tra di loro, senza penalizzare quelli più in difficoltà, o quelli più sfortunati, pensando con saggezza al loro futuro. Altrettanto dovrebbe fare l’economia nel distribuire le risorse in modo equo con tutti i cittadini. D’accordo premiare la meritocrazia, ma c’è una forbice assurda tra lo stipendio di un calciatore e di un operaio, tra i vitalizi e le pensioni minime.

La globalizzazione ci ha fatto capire che davanti al nemico comune COVID 19 che attacca prima la nostra salute e poi di conseguenza il nostro intero sistema sociale non se ne esce da soli, ma solo combattendo insieme e sostenendosi a vicenda. Così anche l’Economia che già era in difficoltà prima ed è stata così messa in crisi dalle restrizioni del lockdown adesso, si potrà riprendere solo se saremo capaci di creare un sistema economico globale equo e sostenibile per il bene comune, dell’individuo e della famiglia.

Abbiamo bisogno quindi di programmi economici per affrontare il problema non solo dell’emergenza di adesso (se pur urgente ed importante), ma dei programmi per ristabilire un’economia sana, quindi che abbiano ampio respiro, che guardino al futuro e soprattutto tengano anche in considerazione l’impatto ambientale. 

Sono certa che non sono argomenti facili e che non ci sia una facile soluzione, ma penso sia importante avere la visione della direzione da prendere, perché in questo caso ogni piccolo passo avrà un grande impatto e ci porterà comunque in avanti. Troppo spesso ho visto fare e disfare e perdere tempo. Non possiamo più andare avanti a tentativi. Il tempo è adesso ……

Dr. Marco Ricceri: Le Nazioni Unite nel settembre dello scorso anno hanno pubblicato il loro rapporto quadriennale sullo sviluppo sostenibile lanciando un allarme preciso: “se non si accelera questo processo di sviluppo sostenibile si rischiano danni irreversibili al nostro sistema globale”. Un monito molto forte per i responsabili delle decisioni sia nella sfera pubblica che privata. La crisi del coronavirus ha messo in evidenza la fragilità dell’attuale modello di sviluppo. Nei prossimi mesi è opinione diffusa che potremo trovarci di fronte a notevoli difficoltà data la situazione di forte depressione cui siamo di fronte. Un secondo concetto è il termine sostenibile che vuol dire un modello di crescita che evita i punti di rottura rispetto a possibili squilibri sociali, ambientali o economici. Quindi serve una visione equilibrata di progresso. Il problema è che questi allarmi o possibili squilibri sono condivisi e confermati di comune accordo nei momenti di condivisione internazionale da tutti gli stati membri; nella realtà però riscontriamo continui conflitti, contrasti e guerre. E’ necessario quindi spostare l’ottica e le strategie su ciò che unisce piuttosto su ciò che divide. Un ulteriore elemento è contenuto in un documento sempre dell’ONU dove ci si chiede come si svilupperà il modello di globalizzazione. E’ un processo destinato a continuare o invece a regredire? Questo perché si stanno consolidando due fenomeni contrastanti; da un lato le tensioni e i conflitti animati dal sovranismo, dall’altro una serie di modalità di tipo collaborativo e di cooperazione. Da questo punto di vista le Associazioni ed i Governi dovrebbero promuovere decisamente verso un’ottica di cooperazione anche coinvolgendo l’opinione pubblica. Lo stesso fenomeno del coronavirus ha determinato da un lato chiusure e blocchi ma nella situazione di chiusura la gente in gran parte ha cercato nuove forme di collegamento, di cooperazione, di lavoro e di scambio. In ogni caso il concetto di sostenibilità richiede una “visione adeguata ed equilibrata” rispetto ai tre fattori fondamentali dello sviluppo cioè quello economico, sociale ed ambientale in una logica di visione integrata tra loro e non a compartimenti separati. Bisogna preparare le imprese verso questa prospettiva incentivandole verso una logica di bilancio integrato che tiene conto di questi tre fattori. Inoltre sensibilizzare l’intervento di governi per una programmazione di incentivi e sostegni ma indirizzati più che a uno sviluppo di quantità ad uno sviluppo di qualità.  

D.ssa Elisabetta Palmisano: Nell’ambito del Tecnopolo mi trovo a contatto con una realtà di circa 140 aziende incluse quelle dell’area agroalimentare. Dai dati di camera di commercio si evince che dall’inizio del covid e fino a circa ottobre purtroppo 35.000 aziende chiuderanno. Questo dipende da due aspetti di base: il primo che se dopo due mesi di chiusura una azienda è costretta a chiudere significa che non ha una politica seria ed oculata di bilancio, l’altro che si fa troppo affidamento ai finanziamenti bancari senza capitalizzare più solidamente i mezzi propri. Un altro fenomeno riscontrato è stato lo “smart working” che nonostante la ripresa delle attività, sta continuando anche grazie a disposizioni governative. Questo aspetto ha però costretto a chiusura tante altre attività indotte come i bar, le tavole calde etc. la cui attività girava intorno a questi poli industriali o tecnologici. Purtroppo certi impegni governativi dichiarati non sono tuttora operativi (cassa integrazione). Vi è la necessità di dotare le aziende di supporti consulenziali per formarle e prepararle più adeguatamente di fronte a situazioni di crisi. In ogni caso esiste una forte necessità di supporti finanziari perché possano andare avanti perché la situazione si presenta molto critica.

D.ssa Emanuela Reale: La pandemia ci sta facendo sperimentare degli effetti che definirei dirompenti sia per la salute in primis, ma poi per le conseguenze economiche ma anche psicologiche che ne conseguono. Per gli aspetti economici assistiamo ad una crescita che si è bloccata tra forte riduzione del PIL e forti perdite di posti di lavoro, oltre che ad una emergenza di liquidità finanziaria. Si parla meno degli effetti sociali con la chiusura delle scuole, il lavoro a casa etc. oltre che effetti psicologici come disturbi del sonno, incapacità poi di uscire e riprendere proattivamente i propri impegni, oppure fenomeni di ansie e depressioni fino a situazioni più estreme come l’intensificarsi della violenza domestica indotta dal confinamento. Questi fenomeni produrranno probabilmente i loro effetti più nel medio/lungo periodo. In questo scenario preoccupante stanno emergendo comunque una serie di “nuove consapevolezze” che noi stiamo registrando nel nostro lavoro di ricerca. La prima è che sta emergendo in modo più deciso  la consapevolezza di puntare ad un modello di sviluppo sostenibile; un’altra è che si tratta di acquisire maggiori competenze nell’uso della tecnica digitale ma che richiede un salto di qualità tecnologica come paese ed un grado più adeguato di formazione. La terza consapevolezza è la necessità più impellente di avere dati in modo rapido o addirittura immediato per poter gestire fenomeni imprevisti; nello stesso tempo fa emergere la necessità di trasparenza e affidabilità dei dati stessi legato questo alla qualità dell’informazione in senso lato. Come Italia ci troviamo in forte ritardo rispetto agli investimenti legati allo sviluppo digitale. Una ultima annotazione circa lo smart-working che se avviato per necessità in questa fase mostra opportunità di utilizzo future con diversi vantaggi se organizzato bene. In definitiva non dovremmo sprecare questo “momentum” di maggiori consapevolezze per reimpostare un nuovo sistema di “welfare” e di sviluppo sostenibile.

Prof. Stefano Bartolini: Complimenti per la scelta di un tema pienamente azzeccato. Il Covid ha innescato dei cambiamenti che posso senz’altro definire di portata epocale. Negli ultimi decenni noi abbiamo vissuto una utopia (neo-liberismo) secondo la quale lo sviluppo era garantito dal rafforzarsi dell’economia privata che diventa garante anche del buon funzionamento sociale. In questa dimensione il settore pubblico ha una importanza tutto sommato limitata. Il Covid però ci ha mostrato senza ombra di dubbio che una azione collettiva, di bene pubblico e quindi comune da salvaguardare è assolutamente vitale. In questo senso però esiste un problema di fondo che riguarda purtroppo milioni di persone che pensano che il problema covid non esista, non sia pericoloso; questa massa importante di persone si sta forse sottovalutando ma purtroppo il loro approccio rischia di essere “anti sistema” e frenante rispetto all’opportunità da prendere ora per un cambiamento concreto di sistema. Per evitare questo rischio dobbiamo presentare delle proposte vere, concrete di cambiamento di sistema perché questo chiaramente non funziona. Quindi proposte concrete, ragionevoli e fattibili per cambiare le cose.

https://vimeo.com/435062951 qui potete trovare il video dell’evento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *